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Strategia

Myspace, precursore dei tempi con queste 5 feature. Te le ricordi?

Nostalgia a parte, cosa ci ha lasciato Myspace? Ecco 5 feature che provano quanto sia stato precursore dei tempi questo social.

Alexia Gattolin Ottobre 19, 2016
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La riga da un lato, il ciuffo che copre metà del viso, lo sguardo malinconico, i selfie scattati dall’alto quando ancora non si chiamavano selfie. Inquietudine adolescenziale cosparsa di tanto nero, tante scritte colorate e glitterate, tanti cuori e tanti teschi, tanta musica e tante parole sparse. Un diario personale aperto al pubblico: ecco Myspace, il place to be degli adolescenti un po’ emo degli anni Duemila.

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Forse oggi ce lo ricordiamo così, associandolo con un po’ di nostalgia ai primi approcci social pre-Facebook, pre-Snapchat, pre-tutti gli altri. Ma se ci pensiamo bene, e andiamo magari a scovare la nostra vecchia password nei cassetti della memoria – o della posta – allora possiamo renderci conto di quanto Myspace fosse molto di più. E di quanto il suo claim – a place for friends – racchiudesse in realtà la perfetta definizione di social network, prima ancora che di social media, così come la intendiamo oggi.

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Myspace era avanti. Ai tempi, il concetto di “social” ancora non era ben chiaro e definito nelle nostre menti – almeno non per la maggior parte delle persone – eppure si stava già delineando concretamente grazie anche a questa piattaforma, che racchiudeva in unico posto alcuni elementi diventati nel tempo molto familiari.

Il modo in cui oggi utilizziamo i social media è fortemente influenzato da feature che Myspace ha introdotto nei primi anni Duemila. Solo che non abbiamo mai apprezzato i suoi Bulletin fino alla comparsa delle Storie di Snapchat (e ora di Instagram), o i suoi Polls fino all’arrivo dei sondaggi su Twitter.

Quello che poi è successo al social nel corso degli anni è ormai storia. Il tentativo di risollevarne le sorti da parte di nomi noti come quello di Justin Timberlake – che ci ha fatto un pochino esultare (e illudere) qualche anno fa – non è bastato. I tempi sono cambiati, la competizione tra le varie piattaforme social è sempre più forte e si gioca su ben altri piani, ma Myspace è rimasto nel cuore di tanti.

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50 milioni di utenti attivi al mese, di cui si aveva traccia agli albori del 2015, possono sembrare una cifra davvero esigua rispetto a quelle cui ci ha abituato Mark Zuckerberg. E di fatto lo sono. Ma rappresentano anche un indizio di quanto ancora l’eredità di Myspace sia forte e abbia lasciato un segno. Se poi andiamo a rileggere alcune delle sue principali feature con gli occhi di adesso…beh, nonostante i glitter, grazie ancora, Myspace!

Myspace Group

Nei suoi anni migliori, Myspace ha reso popolare il formato gruppo introducendo i Myspace Groups (RIP: 2003-2010). Gli utenti potevano partecipare a gruppi divisi per categorie come “Fashion& Style”, “Music” o “Food, Drink and Wine”. Inoltre, potevano entrare a far parte di gruppi locali o nazionali, per interagire con utenti provenienti da una certa area geografica, ed effettuare ricerche all’interno dei Groups.

Oggi, nel 2016, i gruppi sono utilizzati da milioni di persone con interessi in comune in tutto il mondo – in primo luogo su Facebook.

Myspace Bulletin

I Myspace Bulletin erano un ottimo modo per scambiarsi messaggi di gruppo online. I bollettini venivano pubblicati su una apposita bacheca perché tutti gli amici di Myspace potessero vederli (incluso il nostro caro Tom, te lo ricordi?), e consentivano a un utente di mandare messaggi a un intero elenco di contatti senza dover scrivere a tutti uno per uno. Dopo 10 giorni, il testo veniva cancellato.

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Tom Anderson, founder di Myspace

Cosa ti ricorda? Snapchat? O forse Instagram? Entrambi, possiamo dire.

Oggi le Storie di Snapchat sono uno dei modi migliori per mandare un messaggio a un gruppo di amici, contatti o clienti, e un’ottima strategia per condividere i contenuti creativi del proprio brand, magari con l’aiuto di qualche influencer. Un format talmente fortunato, insomma, da spingere anche Instagram a “inventare” il suo. Ora abbiamo anche le Instagram Stories e stanno letteralmente spopolando.

Myspace Polls

Presente nella versione originale di Myspace, questa feature era stata poi temporaneamente disattivata fino al 2008, anno in cui fu messa di nuovo a disposizione degli utenti. In questo modo era possibile pubblicare sondaggi sul proprio profilo e condividerli con altri, ottenendo importanti informazioni sui amici e contatti.

Come forma di social listening, oggi i sondaggi sono più attivi e popolari che mai grazie ai Twitter Polls, utili soprattutto per condurre ricerche di mercato e ottenere feedback su contenuti, servizi e prodotti. Tutte cose che, volendo, erano già fattibili con i polls di Myspace.

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Myspace Mood

Oggi siamo sempre più abituati a comunicare in modo rapido e immediato grazie all’aiuto di immagini, video, emoji, meme, GIF e chi più ne ha più ne metta. Anche in questo caso, Myspace è stato un precursore con l’introduzione dei Myspace Mood, emoticon da aggiungere agli aggiornamenti di stato degli utenti per illustrare l’umore di chi scriveva.

Facebook ha introdotto le reactions nel febbraio 2016, consentendo agli utenti di esprimersi su un post con il classico like, oppure con le faccine a cui ci siamo ormai abituati. Eppure, con altro nome e altre sembianze, in fondo esistevano già.

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Myspace Video

Nel 2006, Mashable annunciava che i video di Myspace stavano iniziando a prendere piede e riscuotere maggior successo rispetto a quelli dei competitor – primo fra tutti YouTube. Nel 2007, il nome di questo format divenne MyspaceTV, per poi tornare di nuovo a Myspace Video nel 2009.

Nonostante le peripezie onomastiche, però, alla lunga questa feature non è stata in grado di tenere il passo con le altre piattaforme di video sharing. Oggi i video di Facebook e Snapchat superano gli 8 miliardi di views quotidiane, mentre oltre un miliardo di utenti, cioè quasi un terzo della popolazione di internet, trascorre ore e ore su YouTube ogni giorno.

I video sono oggi un elemento chiave in ogni buona strategia di Social Media Marketing. Quante volte hai sentito dire che il 2016 è l’anno dei video? Ecco, appunto.

Adesso, forse, possiamo mettere da parte gli emo per un attimo e riconoscere che Myspace ha raggiunto l’apice anni fa ed è ormai un ricordo lontano, ma ha lasciato un’impronta indelebile sui social media contemporanei.

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By Alexia Gattolin

Alexia è content writer & strategist. Si interessa di blog, travel, fotografia, sottoculture e sociologia dei consumi. E social media, ovviamente.

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