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Strategia

I concetti base per comprendere la SEO

Guida semplice per muovere i primi passi verso la comprensione della SEO. Ecco i concetti base da cui partire.

Riccardo Mares Maggio 18, 2017
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La SEO è una materia ampia, un po’ come la distanza dalle Alpi alle Piramidi o dal Manzanarre al Reno, un po’ come la poesia che suona bene ma in pochi ne capiscono il vero significato.

Il ruolo della SEO, nel suo concetto più ampio, è spesso di regia fra le varie attività che compongono il ciclo di vita di un sito internet:

  • prima della nascita la SEO è di supporto all’architettura dell’informazione
  • durante lo sviluppo deve monitorare la qualità del sito e della navigazione
  • dopo è uno dei principali componenti della promozione

Spesso quando si parla di SEO si rischia di perdersi tra termini tecnici di difficile traduzione nel linguaggio tradizionale. Ecco perché abbiamo preparato un elenco dei principali termini utilizzati, in modo da aiutare anche chi non è addetto ai lavori.

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Backlink | Black Hat SEO | Crawling budget | CTR | Google Search Console | Indicizzazione | Keyword density | Link Building | Long tail | Meta tag | Negative SEO | Page rank | query | Rank | Robot.txt | SERP | Sitemap | Snippet | Spider

Backlink

Il mondo del web è basato sull’ipertesto, ovvero testi (oggi multimediali) che si collegano tra loro tramite link (hai presente che si clicca e si va in un’altra pagina?).

Quando un sito linka un altro sito, questo collegamento viene chiamato backlink. Solitamente i backlink sono il mezzo per portare valore da un sito ad un altro, una sorta di prestito di valore agli occhi dei motori di ricerca. Una delle principali caratteristiche di un sito è la sua ancora, ovvero la frase che al click porta sul sito di destinazione: in inglese si chiama Anchor Text.

Esiste un modo per evitare che un link porti valore verso un altro sito, che si chiama “nofollow”.
Esiste un modo per dire a Google (e Bing) che non si vuole ottenere valore da un certo sito e si chiama “disavow”.

Il valore di un link può essere sia positivo sia negativo: occhio!

Crawling budget

Google (parlare di motori di ricerca oggi è parlare di Google, che in Italia rappresenta oltre il 94% del mercato) assegna ad ogni sito un tesoretto che viene chiamato Crawling Budget. Tale budget rappresenta la quantità di risorse che il nostro sito ha a disposizione per farsi guardare da Google.

Più usiamo bene questo budget, tramite una navigazione SEO ottimizzata e tramite tecnicismi SEO, più abbiamo la possibilità di indicare a Google le parti “calde” del nostro sito, le zone prioritarie.

Il Crawling Budget si può anche aumentare, principalmente con due modalità:

  • offrendo nuovi contenuti inediti e interessanti
  • ottenendo buoni backlink

Per chi volesse approfondire, il tema è trattato in modo più approfondito in questo post: Ottimizzazione Strutturale e Crawling Budget.

SERP

La SERP è l’acronimo di Search Engine Results Page, ovvero la pagina con i risultati di una certa ricerca effettuata su un motore di ricerca. Agli albori di Internet (prima che arrivasse Google) la SERP era costituita da un elenco di risultati alla domanda dell’utente.

Oggi la SERP si è trasformata in universal, ovvero un contenitore multimediale di risorse relative alla query dell’utente. Google sta investendo tantissimo al fine di dare la migliore risposta dell’utente, tant’è che negli ultimi anni ha apportato due rivoluzionarie innovazioni:

  • Google Hummingbird: un nuovo motore di Google che lo ha trasformato da motore di ricerca a motore di risposta (o almeno ci sta provando)
  • Google RankBrain: un nuovo elaboratore di domande, che cerca di interpretare l’intento di ricerca dei navigatori, per offrire la miglior risposta possibile. Tale “algoritmo” si basa sull’intelligenza artificiale.

Page Rank

Il page rank è un mega “voto” che Google usa per decretare l’ordinamento dei risultati nelle SERP, assieme poi ad altri valori legati alla persona e al luogo. La sua formula pare sia questa:

 

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Fonte: Wikipedia

Qui puoi trovare le indicazioni delle variabili delle formula. E’ una versione ovviamente semplificata di ciò che Google realmente utilizza e che riadatta nel tempo. Quello che conta è che Google, per ogni singola query e per ogni singola pagina e sito, calcola istantaneamente un valore per ogni risultato decretando l’ordine con cui mostrare i risultati.

Dalla formula si evince come il Page Rank sia fortemente influenzato da qualità e quantità di backlink.

Query

La query è la ricerca che viene effettuata dall’utente. Google interpreta la query e cerca di trovare la migliore risposta per soddisfare l’intento di ricerca di chi l’ha fatta.

Quello che cerca Google non è quello che l’utente ha fisicamente cercato, ma quello che Google pensa sia la domanda corretta.

L’esempio più banale è cercare la parola “ristorante”: Google non cercherà “ristorante” ma cercherà “Ristorante [località]” provando ad individuare la località da dove viene fatta la ricerca: nel caso di computer fisso cercherà informazioni sull’indirizzo informatico (IP) del chiamante, nel caso di dispositivo mobile (con permesso accordato) cercherà di ottenere informazioni dal GPS.

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Anche per posizionarsi sulle mappe di Google bisogna fare della SEO, che prende il nome di Local SEO.

Snippet

Ogni risultato all’interno di una SERP viene chiamato Snippet. Di base è costituito da un titolo, una breve descrizione e un indirizzo web (URL). Le forme più evolute riportano immagini, stelline, recensioni e quant’altro Google decida di promuovere. Gli snippet più ricchi di contenuti vengono definiti Rich Snippet.

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Rank

Il rank è la posizione di un determinato sito all’interno di una SERP in relazione ad una determinata ricerca. Tale posizione è un concetto sempre più “vaporoso”: infatti le SERP cambiano continuamente e Google propone SERP diversificate ad ogni singolo utente, in base ad un numero elevato di fattori come la posizione fisica, la storia della sua navigazione, il suo profilo di interessi.

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Google mette a disposizione uno strumento per monitorare la posizione media delle pagine dei nostri siti in relazione alle query degli utenti: si chiama “Analisi delle ricerche” e si trova dentro la suite di Google per i Webmaster (SEO), la “Google Search Console”.

CTR

Viene chiamato CTR (Click Through Rate) la percentuale di Click sulla quantità di Impression (visualizzazioni) di uno snippet. Mi spiego con un esempio: se “penne all’amatriciana” viene cercato 100 volte e 90 volte nelle pagine dei risultati (SERP) esce il sito mammapapera.it, quel sito avrà 90 impression. Se in quelle 100 ricerche mammapapera.it riceve 20 click, il CTR di quel risultato (Snippet) sarà di 4,5%.

Più è alto il CTR, più significa che quel risultato è appetibile, per posizione (Rank) o per qualità (estetica, persuasione, contestualità, ecc.).

Indicizzazione

L’indicizzazione è lo stato di un sito nei confronti dei motori di ricerca: un sito è indicizzato quando le sue pagine indicizzabili sono presenti nell’archivio del motore di ricerca. Le pagine vengono definite “indicizzabili” quando non ci sono direttive che lo impediscano, come ad esempio la noindex.

Oggi l’ultimo dei problemi di un SEO è quello di farsi indicizzare: Google ha una fame tremenda di nuove pagine e nuovi contenuti. Quello che invece è più complesso è:

  • Non indicizzare risorse che non vogliamo
  • Far posizionare al meglio le pagine che vogliamo siano indicizzate
  • Gestire in modo ottimizzato il budget che ci dà google (crawling budget)

Google Search Console

La Google Search Console è un servizio di Google che rappresenta il punto di contatto tra il motore e il titolare di un sito. Per accedervi basta registrarsi al servizio, inserire il proprio sito, dimostrare che si è proprietari del sito (tramite un file, un codice, …) quindi guardare i numerosi report disponibili.

Non solo, nella GSC ci sono anche diverse impostazioni che possiamo comunicare a Google e un prezioso centro di messaggistica, che è l’unico canale di comunicazione che Google utilizza per dirci quando il nostro sito ha problemi: penalizzazioni, attacchi hacker e quant’altro.

Keyword density

La keyword density è un calcolo che rivela la quantità di volte che un termine (o una frase) è presente all’interno di un testo, rispetto alla lunghezza dello stesso. Da sempre si vocifera che la keyword density possa essere un fattore di rank: in realtà non è assolutamente così e la cosa è stata smentita da Google stesso con un video di Matt Cutts (ex referente tecnico di Google).

E’ vero invece il contrario: usare una densità troppo elevata può portare ad una penalizzazione da parte di Google denominata Keyword Stuffing (uso di parole chiave in eccesso).

Concludendo: scriviamo in modo naturale, rendendo il testo apprezzabile e utile per gli utenti e cercando di usare un vocabolario più ricco e specifico.

Long Tail

Viene definito Long Tail l’insieme delle parole chiave che portano accessi ad una pagina. Si usa lo stesso termine per specificare la lunga catena di parole chiave legate ad una specifica ricerca, es:

Maglione di lana, Maglione di lana rosso, Maglione di lana bianco, Maglione di lana fatto a mano, Maglione in lana, Maglione in lana punto croce, …

Link building 

I backlink sono ancora il principale valore che Google usa per valutare l’ordinamento dei risultati in SERP. Lo stesso Google però precisa che l’ottenimento dei backlink deve essere un processo naturale, non basato su scambio di natura economica o di visibilità.

All’interno di queste ferree regole si muovono i link builder, coloro che cercano di ottenere link di qualità al fine di migliorare il posizionamento di un sito.

Si usa il termine link building quando l’ottenimento del link avviene tramite una “contrattazione”.

Si usa il termine link earning quando l’azione di ottenimento è fatta creando contenuti o eventi offline, in modo da ottenere link in modo naturale, spontaneo.

Il bravo link builder è colui che riesce a mediare questa attività, senza incorrere nelle ire del demiurgico Google.

Spider

I motori di ricerca operano solitamente in questo modo:

  • accedono ad una pagina
  • memorizzano nei loro server il contenuto
  • estraggono dalla pagina tutti i link e li memorizzano nei loro server
  • scansionano i link estratti da quella pagina
  • analizzano i contenuti memorizzati
  • analizzano le relazioni (link) tra i siti

Alla base di tutto ciò ci sono i bot (detti anche spider), ovvero dei componenti che fisicamente accedono al sito e salvano le informazioni. Googlebot è lo spider di scansione del web di Google.

Robots.txt

Il robots.txt è un file che deve essere presente nella cartella base del sito (come in questo esempio), in cui si può richiedere ai motori di ricerca che lo riconoscono (tra cui Google, Bing, Yandex) di non accedere a cartelle, pagine o altre risorse presenti nel sito.

Meta tag

I meta tag sono informazioni che vanno inserite all’interno dell’HTML delle pagine per comunicare con i motori di ricerca. I principali sono:

  • title: titolo della pagina usato solitamente dai motori per creare lo snippet. È il principale tag della pagina agli occhi di Google e deve sempre spiegare cosa la pagina rappresenta e contenere le principali keyword per cui si vuole che quella pagina appaia nei risultati di ricerca.
  • meta description: una mini descrizione della pagina usata solitamente dai motori per creare lo snippet. Non è un testo usato da Google per il posizionamento, ma lo influenza indirettamente in quanto è una delle leve persuasive che può decretare la scelta degli utenti se cliccare su un determinato risultato o meno.
  • robots: indicazione ai motori sul comportamento da tenere in pagina, ad esempio se indicizzare o no la pagina. Sono tag importantissimi e prima di mettervi mano conviene usare i guanti bianchi, sapere esattamente cosa si sta facendo e fare adeguati test dopo la loro modifica. I principali valori sono:
    • index/noindex: indica ai motori se mostrare o meno la pagina nei risultati
    • follow/nofollow: indica ai motori se seguire i link presenti in pagina
    • archive/noarchive: indica ai motori se salvare una copia cache

Negative SEO

Viene definita negative SEO quell’insieme di attività svolte da terze parti, con l’obiettivo di rovinare la reputazione di un sito agli occhi di Google. Principalmente queste attività si basano su “tempeste” di backlink di bassa qualità verso il sito obiettivo, confidando che Google lo penalizzi.

I principi della Negative SEO si basano principalmente sulle linee guida di Google chiamate “Schemi di link”.

Black Hat SEO

La Black Hat SEO rappresenta la scorciatoia della SEO: è un insieme di tecniche che mirano a migliorare in modo forte ed in tempi brevi il posizionamento di un sito sui motori di ricerca.

Sono tecniche ad alto rischio in quanto surfano sulle linee guida di Google relative alla qualità e alla naturalezza dei backlink. Quando Google intercetta un’attività sospetta, la qualità e il beneficio della stessa possono trasformarsi in effetto negativo, sortendo gli stessi effetti della Negative SEO.

Sitemap

La sitemap è un “pagina” scritta in un particolare formato, che serve per indicare ai motori di ricerca le pagine da scoprire. In passato la sitemap permetteva di dare indicazioni sulla priorità delle pagine e sulla frequenza di aggiornamento delle stesse.

Oggi soprattutto Google tende ad usare le sitemap come mero strumento di scoperta di nuove URL, di cui è ghiottissimo.

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By Riccardo Mares

Riccardo entra nel web nel 1996 durante il primo anno dell'università. Se ne innamora perdutamente e in più di vent'anni di passione ricopre diversi ruoli: dal programmatore al web designer, dal blogger al SEO. Oggi Riccardo è Search Engine Manager presso Studio Cappello di Padova e si occupa di SEO, Web Analytics, Strategie Digitali, coordinamento di tutto il team consulenze e formazione.

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