Table of Contents
Social Media Manager, questo articolo non è per voi. E lo sapete bene. È più per il vostro capo. Per i vostri clienti. O per tutti quelli che alle sei del pomeriggio di venerdì (ma anche di lunedì, di martedì…o vogliamo parlare della domenica mattina?) sbucano fuori candidamente con una di queste domande.
Quindi sì, leggete pure e poi fate arrivare il messaggio a destinazione. Senza pietà. Ma inavvertitamente, ovvio.
#1 Me lo pubblichi ora? Ci metti due secondi…
Di solito i Social Media Manager (quelli veri) non se ne stanno seduti tutto il giorno a pubblicare qualunque cosa gli salti in mente al variare degli eventi. I contenuti che scelgono di condividere, il modo in cui interagiscono con i follower, il numero di post che pubblicano ogni giorno, gli orari e il tipo di messaggio…tutto è dettato da una specifica strategia che il più delle volte lascia ben poco all’improvvisazione. Un equilibrio sopra la follia, direbbe qualcuno.
Certo, ogni calendario deve prevedere una certa flessibilità e mettere in conto gli imprevisti dell’ultimo minuto, ma non si può nemmeno pensare che ogni momento sia quello giusto.
Sei sicuro che pubblicare adesso quella GIF irriverente sia una mossa opportuna? Lo sai, vero, che siete nel bel mezzo di un botta e risposta con un utente che vi sta massacrando? Ok, vuoi proprio buttare benzina sul fuoco, insomma.
Non si deve mai – mai – sottovalutare ciò che sta accadendo intorno, i fatti di cronaca, le ricorrenze particolari. Se li ignori, l’#epicfail è dietro l’angolo.
Orari e frequenza di pubblicazione, poi, dove li mettiamo? Se vuoi davvero che un post abbia visibilità e crei engagement, forse vale la pena aspettare il momento ottimale.
E poi…ricorda che anche quello che sembra il più semplice e banale dei contenuti può in realtà richiedere un po’ più di attenzione, e quindi di tempo, per essere comunicato al meglio. Insomma: me lo pubblichi ora, abbinato a ci metti due secondi, non è proprio una cosa da dire a un Social Media Manager, ecco.
Quindi…
Per i Social Media Manager: assicuratevi che capo/cliente/team di lavoro sappiano quello che state facendo e perché. O che almeno ne abbiano una vaga idea. Presentate la strategia che avete elaborato, se possibile corredata da dati che la avvalorino. In questo modo darete visibilità al vostro lavoro e al vostro ruolo. O, mal che vada, non sarete più solo “quelli che stanno su Facebook tutto il giorno…e li pagano anche!”.
Per chi domanda: tenete aggiornato fin dall’inizio il vostro social team su progetti e campagne. Quando si lavora in più persone è fondamentale far circolare le informazioni e lavorare in sinergia. In questo modo, il Social Media Manager potrà tenerne conto nell’elaborazione della strategia e preparare contenuti di qualità in anticipo. Ricordate che non è un mero esecutore, ma uno stratega con una buona dose di creatività da mettere a frutto.
#2 Ma non era meglio aprire un profilo?
Ecco, è arrivato l’esperto. Quante volte il cliente di turno – specie tra quelli più piccoli e chiaramente estranei al mondo dei social – è saltato fuori con questa fatidica domanda? La tentazione più forte sarebbe una risposta secca, ma il Social Media Manager sa già che dall’altra parte non molleranno il colpo.
–No.
-E perché?
Così, armato di santa pazienza, gli toccherà elencare le differenze tra Pagina e Profilo come fosse un mantra.
Quindi…
Per i Social Media Manager: respirate, e non negate mai una spiegazione. Non è il modo migliore per convincere qualcuno e fargli apprezzare il vostro lavoro: più condividerete le informazioni e più sarà facile evitare domande simili in futuro. Forse.
Per chi domanda: Se proprio dovete fare questa domanda – perché è pur sempre lecito chiedere ed essere informati – almeno provate a porla diversamente. Chiedete, piuttosto, quali sono le differenze tra le due opzioni. Sarà molto meno irritante. E se dopo aver ricevuto le dovute spiegazioni non foste ancora convinti…fate uno sforzo. Fidatevi degli esperti (che non siete voi, in questo caso).
#3 Scusa ma…non possiamo comprare un po’ di follower?
Ecco, diciamo che la reazione di un vero Social Media Manager, di fronte a questa domanda, dovrebbe essere più o meno simile a quella di Will Smith nella GIF sopra.
Se così non fosse, allora la vera domanda da porsi sarebbe: ho scelto il Social Media Manager giusto? È davvero un professionista? Perché un professionista non direbbe mai di comprare né follower né like. Né tantomeno lo farebbe all’insaputa di chi lo sta pagando per una prestazione professionale.
Quindi…
Per i Social Media Manager: ancora una volta, siate pazienti e molto dettagliati, soprattutto nel dare questa risposta. Fate capire l’importanza di ottenere follower reali per l’engagement sui social, e soprattutto per un ritorno effettivo per il brand. Altrimenti torneranno a lamentarsi delle vostre performance, perché “gli altri hanno già migliaia di follower e noi no”.
Per chi domanda: non domandate. Ma se avete l’ossessione dei numeri e non volete rinunciare all’idea, almeno diffidate di chi vi asseconderà all’istante.
#4 Mi fai sparire subito quel commento?
Crisis Management. I momenti delicati, prima o poi, capitano. Si inciampa pubblicando qualcosa di sbagliato, si dà una risposta poco adeguata, o semplicemente ci si trova di fronte a hater e troll che infestano i social di commenti negativi. Non sono situazioni facili da gestire.
Ma rimuovere subito un commento, senza cercare di trovare una soluzione alternativa, non sempre è la cosa migliore. A meno che non si tratti di qualcosa che violi la netiquette o sia gratuitamente provocatorio o offensivo. Sempre meglio cercare di trovare una risposta. Seria o ironica, quello sta al tone of voice del brand sui social.
Quindi…
Per tutti: niente panico!
Certo, è interessante l’idea di essere tra i primi brand presenti su un nuovo social. Le aziende che hanno creato fin da subito un profilo prima di altre si sono ritrovate ad avere un enorme numero di follower. Ma non si può nemmeno lanciarsi a capofitto in ogni novità. Non senza, almeno, accurate valutazioni.
Stabilire una presenza efficace su un social richiede la pianificazione di una strategia e un investimento di tempo e risorse. Scegliere di concentrare le proprie energie su un social che potrebbe scomparire con la stessa rapidità con la quale si è fatto conoscere, potrebbe non essere la decisione più saggia per la propria azienda. Il confronto con gli altri è giusto, anzi doveroso, ma ogni strategia è a sé.
E poi ricordate…essere su un social non significa aprire un profilo e poi lasciarlo lì ad ammuffire senza contenuti e interazione, se non avete le giuste risorse per “mantenerlo”. Piuttosto non apritelo.
Allo stesso modo, se il professionista a cui vi siete affidati ha scelto di dedicare tempo ed energie su uno specifico canale, abbiate fede. Un motivo c’è, sempre. E “collegare gli account” tra un social e l’altro per velocizzare…No, non proponetelo nemmeno. Il messaggio è uno ma va veicolato in maniera differente su social differenti.
Quindi…
Per i Social Media Manager: se siete a conoscenza di una nuova tendenza o un nuovo social, consideratelo un’opportunità per creare un dialogo e comunicare in maniera proattiva le vostre idee a riguardo. È un ottimo modo per dimostrare la vostra esperienza.
Per chi domanda: se c’è qualcosa di nuovo in giro, il vostro Social Media Manager probabilmente ne sarà già a conoscenza. Niente di male a chiedere un parere, ma evitate di insinuare che non stia facendo bene il suo lavoro. Chiedetegli piuttosto cosa ne pensa, se sa di altre aziende che lo utilizzano o quali vantaggi potrebbe trarne la vostra.
Lecito. Se si investono tempo e denaro nei social media, è normale chiedersi quanto rendano tali investimenti. E il Social Media Manager deve sicuramente essere in grado di dimostrare i benefici generati dall’utilizzo dei social media per l’azienda.
Il problema però non sta nel poter calcolare o meno il ROI delle nostre azioni sui social. La questione è un po’ più complicata. Quest’affermazione generica non prende in considerazione l’aspetto più importante di una valida strategia social che mira agli obiettivi globali dell’azienda.
Se uno degli obiettivi principali è quello di aumentare il traffico verso un sito web, allora l’utilità dei social media può essere misurata prendendo in considerazione il numero di link postati sui social e di click che ricevono, e analizzando il traffico di referral sui social con strumenti come Google Analytics.
Insomma…Giusto chiedere. Ma la risposta sarà molto più lunga e complessa del previsto. Preparatevi.
Quindi:
Per i Social Media Manager: comunicate in maniera regolare quale impatto hanno sull’azienda i social media. Create e condividete report analitici nella fase che precede la campagna, e successivamente su base mensile. I risultati vanno comunicati. Sempre, e specialmente quando sono positivi. Non è autocelebrazione! Così come non è una sconfitta mostrarli quando sono negativi. Uno stimolo in più a fare meglio, se mai.
Per chi domanda: non chiedete tanto qual è il ROI dei social in generale, ma piuttosto di avere accesso ai dati sulle performance e una spiegazione di cosa implicano in termini di benefici. In che modo, cioè, i social hanno avuto impatto positivo su una campagna recente o sul brand nel lungo periodo?
#7 Dai ho capito, se non hai tempo lo chiedo un attimo a mio cugino?
Quando ricevete un no dal vostro Social Media Manager – o un’occhiata equivalente – non fatelo. Non nominate vostro cugino invano – ma nemmeno nipoti, fratelli, vicini di casa e simili, fa lo stesso. Non chiedete perché, non fatelo e basta.
Quindi…
Noi vi abbiamo avvisato.
Una domanda a cui probabilmente un Social Media Manager risponderebbe più volentieri è: “Perché usi Hootsuite?”. Potrebbe confermarti che rende le cose molto più semplici, perché gli permette di pianificare, pubblicare e interagire con i clienti attraverso più reti, da un’unica dashboard centralizzata. Scopri di più anche tu!