Se sei alla disperata ricerca di follower ed engagement probabilmente ne avrai sentito parlare. Ecco la nostra esperienza diretta sui pod di Instagram!
Se avessi la bacchetta magica, cosa cambieresti del tuo profilo Instagram? Con ogni probabilità faresti aumentare l’engagement, giusto? Più like, follower e commenti! Bello sognare, eh? Eppure sappiamo bene che non è per niente facile. Non è impossibile, certo, ma decisamente un’impresa ardua, che richiede abilità, tempo e…in alcuni casi, purtroppo, qualche aiutino.
Se la lotta ai BOT è iniziata ufficialmente da ormai un paio d’anni, con la chiusura di Instagress, di certo il problema dei trucchi poco ortodossi per aumentare follower e like su Instagram non è risolto. Si possono sempre comprare, oppure si possono utilizzare app che consentono di ottenere like in cambio dei tuoi like. E poi ci sono i pod. Ne hai mai sentito parlare? Di questi “gruppi organizzati” fanno parte molti utenti di Instagram, anche se ovviamente non ne parlano, o non lo ammetteranno mai.
Di cosa si tratta esattamente? La nostra lead copywriter ha pensato di provare in prima persona alcuni pod di Instagram per vedere se e come funzionano, capirne le dinamiche e…confermare la nostra opinione con un’esperienza diretta. Spoiler alert: noi sconsigliamo di utilizzarli, come per ogni pratica che prevede di giocare “sporco” e falsare le dinamiche dei social.
Di seguito trovi l’esperienza di Emma Brown (che, per inciso, non ha nessun legame con la nota cantante). Fai tesoro dei suoi consigli, buona lettura!
Dunque, prima di tutto vediamo cos’è un pod di Instagram
Un pod di Instagram è un gruppo di utenti che decidono di unirsi per aumentare reciprocamente l’engagement verso i propri contenuti. Questo avviene tipicamente attraverso like, commenti o follow.
Che si tratti di contenuti generici o di qualcosa di più esclusivo, probabilmente esiste già un pod al riguardo. Ogni pod può avere un numero diverso di partecipanti. Esistono pod con 1.000 utenti attivi e altri con un massimo di 50. Ognuno ha le proprie regole, ma quasi tutti si attengono a queste linee guida generali:
- Rispetto dei tempi di “drop” del pod (quel momento preciso in cui gli utenti possono condividere i contenuti per scambiarsi like e commenti)
- Non utilizzare le chat per chattare (dopo tutto, si tratta di business, non di una chiacchierata tra amici)
- Infine (e soprattutto), niente leeching , cioè non agire da sanguisuga limitandosi a cogliere i vantaggi del pod senza ricambiare con like o commenti.
- Mantenere la parola…e la segretezza!
Ci sono poi altre regole e limitazioni, legate per esempio al numero minimo di follower per poter entrare nel pod, al tipo di contenuti che si postano (per es. foto di matrimoni, torte, lifestyle, ecc.) o al tempo di cui si dispone per interagire con i contenuti (di solito, da una a cinque ore dal momento del drop dei contenuti).
Perché usare un pod di Instagram?
Da quando Instagram ha modificato il proprio algoritmo, non mostra più i contenuti nell’ordine cronologico in cui sono postati, ma mette in evidenza quelli che ritiene maggiormente pertinenti per l’utente, in base al comportamento dimostrato. L’algoritmo, inoltre, dà priorità ai contenuti degli account che hanno già un alto livello di engagement.
Questo cambiamento ha reso sempre più difficile, tanto per gli utenti quanto per i brand, raggiungere un buon engagement e aumentarlo nel tempo.
Ed è proprio per superare queste difficoltà che sono proliferati i pod, allo scopo di aiutare l’utente a generare engagement e follow. In teoria, la cosa dovrebbe funzionare: più like o commenti il tuo post genera da subito, più Instagram percepisce i tuoi contenuti come interessanti. E così, i contenuti del tuo post successivo andranno a raggiungere un numero più ampio di follower.
Come entrare in un pod
Devo essere onesta: ci ho provato e posso dire che non è semplice. O meglio: entrare in un pod di qualità non è semplice.
Ho constatato che esistono due tipologie di pod: quelli “di massa”, con oltre 1.000 membri, a cui si accede facilmente, e quelli più piccoli e di nicchia, che hanno di solito 20/30 membri e sono difficili da trovare.
Facebook e Telegram
I pod sono presenti in molte piattaforme. Le più popolari sono Facebook e Telegram (l’app di messaggistica criptata simile a WhatsApp). Cercando su Google “Telegram Instagram engagement pod”, ho ottenuto come risultato i siti web che contengono un elenco dei principali gruppi in cui potrei entrare.
Telegram va bene per trovare pod di massa da oltre mille utenti, anche se anche qui non mancano i pod più piccoli ed esclusivi.
Su Facebook ci sono moltissimi gruppi in cui è possibile entrare. Tuttavia, a differenza di Telegram, sono spesso chiusi e, per diventare membro, serve un invito. Non solo: i contenuti dei potenziali membri vengono esaminati per capire se possano essere adatti al pod. Sulla piattaforma non c’è drop o scambio di contenuti Instagram. Essendo Instagram di proprietà di Facebook, si vuole evitare di entrare in potenziale conflitto col sistema.
Reddit ha un “subreddit” chiamato IGPods, dove esistono pod che invitano a entrare e spingono persino i membri a creare un proprio pod. Questi pod funzionano spesso nel sistema di messaggistica di Instagram. I membri scambiano messaggi con il resto del gruppo per comunicare che i propri contenuti sono live e per invitarli a visualizzarli, mettendo like e commenti.
Infine, naturalmente, ci sono i pod all’interno di Instagram. Personalmente, ho iniziato a considerarli come la “balena bianca” dei pod, essendo difficili da trovare e ancora di più da penetrare. Nella maggior parte dei casi, gli utenti sono restii ad ammettere di far parte di un pod: è un po’ come giocare a nascondino e bisogna tentare un approccio cauto per cercare di ottenere un invito.
Ecco come sono stato bannata da un pod di Instagram
A quanto pare, essere bannati e, conseguentemente, cacciati da un pod di Instagram è facilissimo. Il mio primo errore è stato sopravvalutare la mia capacità di stare al passo con i miei compiti di engagement.
Desiderosa di entrare nel vivo delle ricerche, ho entusiasticamente acconsentito a prendere parte a due “drop” che si svolgevano simultaneamente in due distinti gruppi su Telegram. Mi sono detta: “Quanto difficoltoso potrà mai essere visualizzare e mettere un like agli ultimi contenuti postati da tutti i membri di un gruppo?”
Ebbene, mi sbagliavo.
Questi due pod hanno ognuno oltre 2.000 membri. Questo non significa che ogni singolo membro sia attivo in ogni drop ma, con così tanti membri, il numero dei partecipanti è spesso molto elevato.
Al termine del drop, un bot automatizzato invia la lista di tutti i partecipanti, con la raccomandazione di copiare e incollare tutti gli handle in un messaggio Instagram da inviare a te stesso per facilitare il click-through. Per entrambi i pod vige la regola che tutti i like vanno messi entro un’ora e mezza; in caso contrario, si viene avvisati o bannati per leeching.
Mi sono precipitata a copiare e incollare le liste (operazione che, da sola, mi è costata 15 minuti). Poi mi sono buttata freneticamente sui like. Allo scadere dell’ora e mezza, non ero nemmeno a metà del primo pod e sono stata espulsa dal secondo.
Per mia fortuna, il messaggio dell’amministratore automatizzato mi avvisava che potevo ricomprarmi l’accesso al pod per $15. Non ho accettato l’offerta.
Quali sono stati i risultati?
Direi un misto di pro e contro. Ho provato tanti pod diversi: oltre a quelli di massa di cui ho parlato sopra, anche pod più piccoli con un centinaio di membri e, alla fine, anche un paio di piccoli pod che ho trovato con Reddit.
In media, ho ricevuto tra i 40 e i 60 like sui contenuti che ho postato. Ho utilizzato gli hashtag e fatto un po’ di promozione dei miei post per aumentare l’engagement verso i miei contenuti.
Inoltre, prima dell’esperimento avevo 251 follower e pochissimi commenti ai miei post. Va detto che non sono molto prolifica su Instagram…Di solito, mi limito a postare tre o quattro contenuti al mese, se ho scattato belle foto. Per questo esperimento, invece, mi sono impegnata a postare tutti i giorni.
I pod di massa
Il pod di massa mi ha procurato da subito un gran numero di like. Come ho spiegato prima, ho partecipato a due pod drop, grazie ai quali ho ottenuto 749 like: in altre parole, un incredibile aumento del 1398%.
A questo punto, però, si è presentato un problema: un numero così esagerato di like, e all’improvviso, può apparire decisamente strano a chi già mi segue o dà una sbirciata più attenta al mio profilo. Inoltre, i miei follower non sono aumentati, il che significa che la mia pagina non stava affatto riscuotendo un interesse maggiore.
E infatti non è che agli utenti stesse piacendo particolarmente il contenuto del mio ultimo post…Stavano semplicemente lavorando all’elenco ricevuto (o forse, addirittura, utilizzando bot per far questo al loro posto). Lo so, perché è ciò che ho fatto anch’io, alle prese con la mia lista di partecipanti a cui mettere i like.
I pod più piccoli
Ho deciso di cercare altri pod, di cui non fosse così impegnativo fare parte. Ne ho trovati alcuni nei quali ai partecipanti veniva richiesto di mettere like e commenti agli ultimi cinque drop, quindi postare i propri contenuti (con alcune variazioni possibili a questa regola, come per esempio mettere like e commenti a tutto quanto venisse postato nelle ultime 24 ore).
In teoria, con questo sistema si dovrebbe aumentare mediamente di cinque sia il proprio numero di like che di commenti. Nella mia esperienza, però, non sempre questo si è verificato: in genere, ho notato un aumento dei commenti ma non dei like. Inoltre, andando a controllare il pod nel quale avevo “droppato”, ho notato che dopo di me erano stati postati contenuti da persone che sicuramente erano leecher.
Alla fine, sono entrata in un paio di pod che avevo trovato con Reddit. Sono entrata facilmente e, non appena aggiunta al gruppo, mi sono data da fare il più possibile mettendo commenti, like e follow a tutti i membri per dimostrare la mia buona volontà.
In entrambi i pod, l’atmosfera era piuttosto “easy”, senza regole specifiche se non le classiche raccomandazioni di “non postare troppo, rimanere attivi e curare il proprio engagement.” Essendo poi i contenuti di molti dei membri simili ai miei, non mi sono sentita come se stessi fingendo interesse solo per portare acqua al mio mulino.
Ho lasciato poi “decantare” i miei post per vedere se l’engagement organico aumentava…Ma non ho visto risultati significativi in tal senso. Il numero di miei follower e di commenti ai miei post sono comunque aumentati, rispettivamente dell’8,7% e del 700% anche se, avendo prima dell’esperimento un numero medio di commenti tra zero e uno, l’incremento non è da considerarsi poi così notevole. Allo stesso modo, neanche i like hanno dato grandi risultati.
Va detto, però, che l’esperimento ha coperto un periodo di tempo molto limitato. Ad oggi, sono ancora attiva nei due piccoli pod trovati con Reddit, che potrebbero dare frutti a lungo termine per quanto riguarda il mio engagement generale.
I brand dovrebbero utilizzare i pod di Instagram?
Se è indubbio che i pod di Instagram costituiscano un modo molto allettante per aumentare il proprio engagement sul social, esistono altrettanti buoni motivi per starne alla larga:
- Portano via una marea di tempo. Nel mio breve esperimento, ho perso un sacco di tempo (in media dalle tre alle quattro ore al giorno) solo nella ricerca dei pod. Ogni giorno cercavo nuovi pod in cui inserirmi, avendo cura al contempo di far fronte ai miei impegni verso quelli di cui ero già membro. Per godere dei vantaggi dei pod, dunque, serve una persona dedicata esclusivamente a questo (a meno che non decidiate di acquistare o costruirvi un bot che svolga queste mansioni per voi).
- Non producono risultati rilevanti per il business. Questo vale, in particolare, per i pod più grandi. I membri di questi pod non sono interessati a te o ai tuoi contenuti: sono lì solo per se stessi. I brand dovrebbero utilizzare i social come mezzi nobili per connettersi con la propria audience e costruire rapporti che aumentino le vendite e la fidelizzazione al brand stesso. I pod aumentano, sì, il tasso di reach ed engagement, ma non con le persone giuste: non con i clienti potenziali. Per i brand, i pod di Instagram potrebbero essere utili al momento della scelta degli influencer con i quali collaborare. Se un influencer usa i pod per gonfiare i propri numeri, di certo un’eventuale partnership con questa persona non aggiungerà valore al vostro brand. Andate ad analizzarne i contenuti: c’è stata un’impennata nell’engagement? O il tasso di engagement è costante e regolare in tutti i post? Il rapporto tra commenti, follower e like appare autentico?
- I risultati appaiono visibilmente sospetti. I fan di un particolare brand, siano essi consolidati o nuovi, si accorgeranno subito nel caso in cui i risultati di un post siano stati palesemente manipolati. Specialmente quando il numero di follower non giustifica un elevato livello di like e commenti. Questo aspetto potrebbe scoraggiare i fan della tua pagina o del tuo prodotto che, dotati delle migliori intenzioni, vogliono invece instaurare con il tuo brand un rapporto sincero e trasparente.
- Dovrai mettere like e commenti su contenuti che non sono rilevanti per il tuo brand. A meno che tu non faccia parte di uno di quei pod di nicchia in cui la qualità degli utenti è molto alta, spesso ti troverai ad avere a che fare con contenuti di bassa qualità, o che comunque non hanno nulla a che fare con il tuo brand. Inoltre, ogni interazione è visibile ai tuoi follower, perciò dovrai sempre considerare la loro reazione di fronte ai contenuti con i quali ti sei “mischiato” (anche se, almeno nei pod più grandi, puoi sempre mascherare la tua attività creando un account fake per le attività di engagement esterne, riservando al tuo vero account le attività di engagement degli altri membri del pod verso di te). Certo, così facendo ti ritrovi però al punto 1 di cui sopra…Ne vale veramente la pena?
- Probabilmente, l’algoritmo di Instagram è abbastanza intelligente da fiutare il tuo gioco. Instagram e, per estensione, Facebook, investono molto tempo e denaro nell’ottimizzare gli algoritmi e nell’osservare come gli utenti interagiscono con la piattaforma. Un picco improvviso di engagement verrebbe sicuramente evidenziato dal loro sistema e potrebbe essere trattato in maniera tale da danneggiare eventuali contenuti organici che potresti decidere di postare in futuro.
Nonostante tutto, i pod potrebbero rivelarsi un buon affare per voi e per il vostro brand, per due motivi:
Se stai tentando in tutti i modi di entrare in un pod di nicchia che abbia una buona connessione con il tuo brand, l’idea può funzionare. Questo vale specialmente se si tratta di un marchio piccolo o giovane alla ricerca di mezzi per entrare in contatto con l’audience. Nei pod, potresti capire che cosa sta cercando il tuo pubblico di destinazione e come migliorare i contenuti.
Al pari di quelli di nicchia, anche i pod piccoli offrono un’esperienza di engagement più sincera e genuina: in molti casi, specie in pod di social manager dalla mentalità affine, potresti trovare persone pronte a offrire consigli su come ottimizzare i contenuti.
Ecco qui. Ora sai tutta la verità sui pod di Instagram.
Sebbene possano sembrare una soluzione rapida, facile e sicuramente molto allettante per aumentare l’engagement sul tuo profilo Instagram, faresti bene a svolgere prima alcune ricerche per avere un quadro completo della situazione e stabilire se effettivamente possano o meno essere utili per il tuo brand.
Infine, ricorda: se sei un influencer e stai gonfiando in modo artificiale il tuo engagement, le tue azioni rappresentano in qualche modo una frode, proprio come l’acquisto di follower e di like. Se sei un brand, quindi, indaga accuratamente e stai alla larga da queste collaborazioni!
Articolo tratto da “Do Instagram Pods Work? The Truth Behind Instagram’s Latest Engagement Hack”, pubblicato sul Global Blog Hootsuite.
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