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Strategia

I trend social del 2018: intervista a Veronica Gentili

I trend social del 2018: abbiamo raccolto le domande emerse durante il webinar Hootsuite e ne è scaturita un’intervista a Veronica Gentili, Facebook Marketing Expert, ricca di spunti di riflessione.

Hootsuite Febbraio 23, 2018 7 min read
trend social del 2018

Quali sono i macro trend social del 2018? Quali sfide si prospettano per i brand e quali sono le principali opportunità da cogliere?

Abbiamo approfondito l’argomento con Veronica Gentili, Facebook Marketing Expert, durante il webinar Hootsuite dedicato proprio ai trend social del 2018.

Tantissimi i temi trattati e gli spunti di riflessione. Ecco perché abbiamo pensato di raccogliere alcune tra le (moltissime) domande emerse tra il pubblico e rivolgerle proprio a Veronica in questa intervista.

Ricapitoliamo in breve i punti salienti del webinar per inquadrare meglio il contesto.

#1 Il calo della reach organica: come raggiungere la propria audience?

Con il progressivo declino della reach organica sui social media, si prospetta uno scenario in continuo mutamento per la strategia dei contenuti dei brand, soprattutto su Facebook. Come raggiungere la propria audience, quali sono i contenuti migliori da pubblicare, come fare in modo che il budget investito in ads porti i suoi frutti? 

#2 I contenuti video e la social TV

I video continueranno la loro incredibile ascesa anche nel 2018. In che modo cambieranno le modalità di fruizione dei contenuti e i format stessi? Stiamo andando verso la serialità tipica della TV?

#3 Intelligenza Artificiale e BOT al nostro servizio

I BOT sono una realtà a cui (finalmente) sia brand che consumatori iniziano a guardare con sempre maggior interesse. In che modo possiamo beneficiarne tutti?

#4 Analizzare le performance per dimostrare risultati concreti

I social fanno oramai parte della strategia di marketing di (quasi) ogni brand. Ma in quanti sono davvero in grado di analizzarne le performance e dimostrarne il ritorno sugli investimenti, con le metriche, le skill e i tool giusti?

#5 Influencer Marketing: la fiducia inizia a vacillare

L’Influencer Marketing continuerà a giocare un ruolo chiave per i brand. Allo stesso tempo, però, inizia ad emergere una certa diffidenza da parte degli utenti verso le grandi celebrity, mentre acquisiscono un ruolo sempre più importante le micro-community e i  micro-influencer, le persone come noi, i brand advocate.

Intervista a Veronica Gentili sui Trend Social del 2018

trend social del 2018

Che tipo di contenuti vengono “premiati” su Facebook?

Sicuramente i contenuti che risultano interessanti e coinvolgenti alla audience primaria della nostra pagina Facebook, che sono i fan; dobbiamo quindi chiederci prima di tutto quali argomenti/rubriche possano essere di valore per la nostra audience, generino reazioni, commenti e condivisioni.

Purtroppo non c’è una risposta giusta per tutti, quello che è considerato “di valore” per un ottico non ha alcun senso per un elettricista, ciò che interessa un’appassionata di moda non interessa affatto un uomo interessato a tutt’altro. Dobbiamo sperimentare.

Come si fa a creare post per soddisfare i desideri o i bisogni della propria audience?

Dobbiamo prima di tutto conoscere la nostra audience; il problema più grande che vedo è che spesso non si ha la più pallida idea di quali siano le reali caratteristiche della o delle audience che vogliamo coinvolgere. Si continua a classificarle in modalità anni ’90, come segmenti generici, ad esempio “donne 25-60”.

Ma quali sono gli interessi dei nostri pubblici? Cosa piace loro, a cosa prestano attenzione, quali sono i loro obiettivi? Perché i nostri post abbiano successo su Facebook dobbiamo “dare il messaggio giusto alla persona giusta nel momento giusto” e prima di tutto è necessario sapere chi è questa audience.

Qual è il numero di contenuti “giusto” a settimana da postare su Facebook?

Non c’è un numero giusto per tutti, ad esempio nel settore news è assolutamente normale pubblicare decine se non centinaia di post a settimana, mentre magari per un qualsiasi brand di altro settore sarebbe uno sforzo titanico e probabilmente senza senso.

Più che sulla quantità dobbiamo concentrarci sulla qualità, possiamo anche pensare di fare “solo” 3 post a settimana a patto che siano ben confezionati e di valore per la nostra audience; con un algoritmo che sempre più penalizza i post “riempitivi” e meramente promozionali, “less is more” diventa un imperativo. Meglio meno, ma di qualità.

Esiste la possibilità che Facebook possa fare una distinzione tra brand profit e non profit, salvaguardando chi persegue cause umanitarie e sociali?

Temo che non ci sia nessuna direttiva e comunicato ufficiale in merito, almeno che io conosca, ma in modo indiretto diciamo che i social tendono a premiare le no profit (e relativi contenuti), per loro natura; è molto più “naturale” e semplice condividere e supportare un brand di cui condividiamo i valori e i fini ultimi, rispetto ad un’attività commerciale, per cui sicuramente i post di questa categoria godono di una visibilità privilegiata, semplicemente per l’impatto emotivo che generano.

Hai parlato dell’importanza di condividere i propri contenuti ed eventi sui gruppi Facebook locali. Non si corre il rischio di sovraesporsi ed essere considerati spammer? Potrebbe sminuire il concetto di ‘autorevolezza’?

Mi riferivo al fatto che i gruppi, specialmente locali, diventeranno sempre più importanti nell’ecosistema Facebook, quindi vale la pena chiedersi se e come possono essere utili al nostro brand.

Ovviamente tutto va fatto sempre con buonsenso e rispetto degli altri, per cui se reputiamo che i nostri articoli/eventi siano di reale utilità, e se la policy del gruppo lo permette, possiamo anche pensare di condividerli in questi spazi. Ma ripeto, SE ciò rappresenta un’occasione di aggiungere valore e se le circostanze lo permettono…altrimenti è spam :)

Predisporre un budget per i social: come possono fare le PMI con risorse limitate ad utilizzare efficacemente i social?

Proprio perché le piccole e medie imprese hanno risorse “limitate” è bene investire in modo oculato, capire in quali social vale la pena esserci e, dove si decide di creare un presidio, esserci in modo efficace e strategico.

Invece di aprire 50 account su tutti i social, meglio scegliere con attenzione dove aprire gli account e dove investire (in particolar modo se si tratta di Facebook e Instagram), prevedendo un budget mensile per campagne modulate sui vari obiettivi (engagement, traffico, conversioni..). Quanto investire dipende molto dalla lungimiranza e dalle dimensioni dell’azienda, ma per una piccola impresa anche 100 euro al mese investiti bene in adv possono fare la differenza!

Su Facebook è meglio sponsorizzare tutti i post o intervallare post sponsorizzati a post non sponsorizzati?

Dipende dal budget che si ha a disposizione e dalla quantità di post previsti nel nostro piano editoriale. Personalmente, poiché ogni post “di qualità” necessita di lavoro, sia sul piano della pianificazione che della creatività, preferisco mettere meno post nel piano editoriale, ma garantire loro un budget per poter godere di maggior visibilità.

D’altro canto, che senso ha investire tempo e denaro nella creazione di un post che vedranno in pochissimi?

È possibile che le sponsorizzazioni di Instagram siano più precise di quelle di Facebook? Può essere per via degli hashtag che usa l’utente, che magari sono utilizzati per targetizzare al meglio i profili?

Non ho dati né esperienza diretta di questo genere;  Facebook costruisce il profilo di interessi, comportamenti, preferenze, caratteristiche socio-demografiche degli utenti a partire dalle azioni più o meno “coscienti” e manifeste che fanno online e tramite i dispositivi connessi a Facebook (dai click, al tempo che passano su certi post/articoli, etc..). Sarebbe interessante fare un A/B test in merito ;)

Le visualizzazioni dei video sono in aumento, ma con il declino della reach organica assisteremo ad un calo?

Il calo di reach è endemico, vuoi perché gli spazi sono sempre più saturi, vuoi perché Facebook ha finalmente deciso di calcolare la reach organica come quella a pagamento; in linea generale, le ultime ricerche in merito e l’esperienza diretta mi dicono che video – specialmente live – e foto restano i formati più avvantaggiati nella portata organica, ma di certo non fanno miracoli!

Ad oggi non è possibile una programmazione sui social basata sulla serialità, perché i contenuti non vengono visualizzati in modo continuativo (è difficile ritrovare il contenuto precedente a quello che ho appena visualizzato). La complementarietà tra i social e la tv tradizionale permetterà una serialità dei contenuti?

Potrebbe, soprattutto se pensiamo che la nuova piattaforma video di Facebook, Watch, è proprio pensata per la fruizione ad episodi; ma in quanti se li guarderanno tutti, tranne i fan affezionati?

In realtà, ad oggi l’unico modo per assicurarsi una sorta di storytelling sul filo dei contenuti è quello di programmare la sponsorizzazione dei post su Portata e Frequenza, in modo da raggiungere più o meno la stessa audience con continuità e post cadenzati. Ovviamente è una funzionalità a pagamento :)

Quali KPI sarebbe più opportuno misurare per ottimizzare la conversione delle inserzioni su Facebook, e calcolarne il ROI in un’attività di lead generation?

Sicuramente il Cost per Lead, il Click Through Rate e il Conversion Rate della Landing page sono tra le metriche principali da tenere sotto controllo!

Quali sono le metriche per misurare se sto ottenendo buoni risultati per la brand awareness sui social?

Se parliamo di sola brand awareness diventa importante misurare la reach, le impression, la frequency, ma anche l’ad recall qualora si parli di adv che ha questo obiettivo. Terrei sotto controllo anche le mention e le condivisioni, che ci danno un’idea del passaparola che stiamo generando.

Esistono tool per sviluppare BOT gratuiti?

Certamente, ManyChat e ChatFuel permettono, a determinate condizioni, di creare bot gratuitamente.

Esempi di BOT utili nel travel?

Skyscanner offre un bot che ti assiste nella ricerca dei voli e ti aiuta anche a trovare quello più economico; Claire è un vero e proprio assistente virtuale per il B2B, sviluppato da 30SecondsToFly, che permette di prenotare i voli;  Instalocate offre agli utenti un bot che informa in tempo reale dello stato dei voli, loro durata e arrivo previsto, e Mobytrip rende possibile pianificare un intero itinerario di viaggio, con tanto di consigli sulle cose da fare e hotel consigliati. Ci sono davvero tantissimi bot molto interessanti nel travel!

Come si fa a capire chi “gonfia” l’account con numeri falsi (like, follower e commenti ad esempio)?

Non è semplice, tuttavia ci sono dei tool che permettono di analizzare gli account (siano esse pagine Facebook, account Instagram o Twitter) e determinare quantomeno la nazionalità delle persone che ne sono fan/follower.

Senza andare a scomodare tool importanti, direi che basta rapportare il numero di follower (specialmente su Instagram) alle effettive interazioni che ci sono sui post o prendere a campione un tot numero di follower e persone che interagiscono con l’account per farsi un’idea. Spesso è molto, molto facile scoprire il fake influencer, basta guardare con un po’ più di attenzione il suo account e le interazioni…

Leggi il nostro Report sui Trend Social del 2018. Analisi, statistiche e consigli per guidare la strategia di Social Media Marketing per il tuo brand.

Scarica il Report

 

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